C'è ancora un pezzo di vita da scrivere
Che cosa è il PNRR e quali investimenti prevede per Sanità e Terzo Settore.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha di recente presentato al Parlamento il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Si tratta del più grande piano di investimenti dal dopoguerra ad oggi che dovrà indicare le linee strategiche di utilizzo dei fondo previsti dal programma Next Generation EU.

Durante la presentazione al Parlamento Draghi ha invitato ad inquadrare questo Piano con una prospettiva ben precisa:
«Non è dunque solo una questione di reddito, lavoro, benessere, ma anche di valori civili, di sentimenti della nostra comunità nazionale che nessun numero, nessuna tabella potranno mai rappresentare. Dico questo perché sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite. Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio»

Che cosa è il PNRR

Il PNRR è lo strumento che dovrà dare attuazione, in Italia, al programma Next Generation EU indicando come impiegare le risorse. Nel complesso i fondi a disposizione ammontano a 248 miliardi che dovranno essere impiegati per un'azione di rilancio guidata da obiettivi di policy e interventi connessi ai tre assi strategici condivisi a livello europeo:

  • digitalizzazione e innovazione
  • transizione ecologica
  • inclusione sociale.

«Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, pur nella sua storica importanza, sia solo un insieme di progetti tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze. Vi proporrei di leggerlo anche in un altro modo. Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno»

Con questa parole il Presidente del Consiglio Mario Draghi indica come questo Piano di investimenti, il più consistente dal dopoguerra ad oggi, non debba essere inteso solo come un'opportunità di rilancio e sviluppo economico, ma anche come un'occasione per migliorare le condizioni di vita per le generazioni che verranno.


Il Piano è articolato in progetti di investimento e riforme, organizzate in sei Missioni:

  1. Digitalizzazione, Innovazione, Competitività e Cultura
  2. Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica;
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  4. Istruzione e Ricerca
  5. Politiche attive del lavoro e della formazione, all’inclusione sociale e alla coesione territoriale
  6. Salute.

Queste sei Missioni puntano ad affrontare tre nodi strutturali del nostro Paese, che costituiscono obiettivi trasversali dell’intero Piano: le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali.

PNRR e Terzo Settore

Nel PNRR viene indicato una parte importante per il Terzo settore, anche se però nello specifico bisognerà attendere ulteriori decisioni del Governo per capire che ruolo avrà il Terzo settore e quale parte avrà la sussidiarietà nella attuazione del Piano
Nel testo del Piano si legge infatti che: «L’azione pubblica potrà̀ avvalersi del contributo del Terzo settore. La pianificazione in coprogettazione di servizi sfruttando sinergie tra impresa sociale, volontariato e amministrazione, consente di operare una lettura più penetrante dei disagi e dei bisogni al fine di venire incontro alle nuove marginalità e fornire servizi più innovativi, in un reciproco scambio di competenze ed esperienze che arricchiranno sia la PA sia il Terzo settore».
Il posto del Terzo settore è esplicitato nella Missione 5, quella riguardante “Inclusione sociale e alla coesione territoriale”. I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi, più ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di REACT-EU.
La missione 5 "Inclusione e coesione" si articola in 3 componenti:

  • Politiche attive del lavoro, con focus sul potenziamento dei centri per l'impiego e del Servizio civile universale, sull'aggiornamento delle competenze e sul sostegno all'imprenditoria femminile,
  • Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore, che spazia dagli interventi per la disabilità all'housing sociale,
  • Interventi speciali per la coesione territoriale, che comprende gli investimenti nelle aree interne, quelli per le Zone Economiche Speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità.

Nel testo viene indicato come «In coerenza con gli interventi del Piano, si prevede l’accelerazione dell’attuazione della riforma del Terzo settore, al cui completamento mancano ancora importanti decreti attuativi. Si intende inoltre valutare gli effetti della riforma su tutto il territorio nazionale».

Disabilità, non autosufficienza e assistenza domiciliare

Nel testo del PNRR si legge come «Specifiche linee d’intervento sono dedicate alle persone con disabilità e agli anziani, a partire dai non autosufficienti. Esse prevedono un rilevante investimento infrastrutturale, finalizzato alla prevenzione dell’istituzionalizzazione attraverso soluzioni alloggiative e dotazioni strumentali innovative che permettano di conseguire e mantenere la massima autonomia, con la garanzia di servizi accessori, in particolare legati alla domiciliarità, che assicurino la continuità dell’assistenza secondo un modello di presa in carico socio-sanitaria coordinato con il parallelo progetto di rafforzamento dell’assistenza sanitaria e della rete sanitaria territoriale previsto nella componente 6 Salute (in particolare il progetto Riforma dei servizi sanitari di prossimità e il progetto Investimento Casa come primo luogo di cura)».

Una linea di attività consistente del progetto (oltre 300 milioni) è finalizzata a finanziare la riconversione delle RSA e delle case di riposo per gli anziani in gruppi di appartamenti autonomi, dotati delle attrezzature necessarie e dei servizi attualmente presenti nel contesto istituzionalizzato.
Gli ambiti territoriali potranno anche proporre poi progetti ancora più diffusi, con la creazione di reti che servano gruppi di appartamenti, assicurando loro i servizi necessari alla permanenza in sicurezza della persona anziana sul proprio territorio, a partire dai servizi domiciliari.

L'obiettivo è di assicurare la massima autonomia e indipendenza della persona in un contesto nel quale avvenga una esplicita presa in carico da parte dei servizi sociali e vengano assicurati i relativi sostegni.

Un altro investimento riguarderà poi i percorsi di autonomia per le persone con disabilità. Gli interventi saranno centrati sull'aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche, sviluppando soluzioni domestiche e trovando nuove aree anche tramite l’assegnazione di proprietà immobiliari confiscate alle organizzazioni criminali. Inoltre, l’investimento fornirà alle persone disabili e vulnerabili dispositivi ICT e supporto per sviluppare competenze digitali, al fine di garantire loro l'indipendenza economica e la riduzione delle barriere di accesso al mercato del lavoro attraverso soluzioni di smart working.

PNRR e salute

l PNRR dedica la Missione 6 alla Salute. In questo punto il Piano elenca i problemi resi ancora più evidenti dalla pandemia Covid-19 ed evidenzia l’importanza delle tecnologie, delle competenze – digitali, professionali e manageriali - per rivedere i processi di cura e per ottenere un più efficace collegamento tra ricerca, analisi dei dati, la programmazione.

La missione prevede un finanziamento di 19,7 miliardi e si articola in due componenti:

  • Reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
  • Innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

Sottolineiamo come la prima sia destinata a rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al potenziamento e alla creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), al potenziamento dell’assistenza domiciliare, allo sviluppo della telemedicina e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.

Prima di investire però è necessario definire e attuare una riforma dei servizi sanitari di prossimità e definire strutture e standard per l’assistenza sul territorio. Il documento quindi illustra l’obiettivo di varare una riforma per perseguire una nuova strategia sanitaria, che consenta al Paese di conseguire standard qualitativi di cura adeguati, in linea con i migliori paesi europei e che consideri, sempre più, il SSN come parte di un più ampio sistema di welfare comunitario.

La riforma si articolerà in due ambiti:

  • La definizione di standard strutturali, organizzativi e tecnologici omogenei per l’assistenza territoriale e l’identificazione delle strutture a essa deputate da adottarsi entro il 2021 con l’approvazione di uno specifico decreto ministeriale
  • La definizione entro la metà del 2022 di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l’approccio “One-Health”.

La prima linea di investimento sull’assistenza territoriale riguarda le Casa della Comunità, un presidio territoriale in cui, attraverso il Punto Unico di Accesso (PUA), saranno coordinati tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali. La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.
L’investimento prevede l’attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti, sia nuove. Il costo complessivo dell’investimento è stimato in 2 miliardi di euro.

Altro intento è il potenziamento dei servizi domiciliari, con l’obiettivo di aumentare il volume delle prestazioni rese in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni (in linea con le migliori prassi europee). L’intervento si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti.

La terza linea di investimento mira al potenziamento dell’assistenza intermedia al livello territoriale attraverso la creazione dell’Ospedale di Comunità: una struttura sanitaria territoriale destinata a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media/bassa intensità clinica e degenze di breve durata. L’investimento prevede la realizzazione di 381 Ospedali di Comunità.

Infine il Piano prevede il finanziamento di progetti di telemedicina proposti dalle Regioni per promuovere un’ampia gamma di funzionalità lungo l’intero percorso di prevenzione e cura: tele-assistenza, tele-consulto, tele-monitoraggio e tele-refertazione.

Il Piano indica tre le sue priorità quindi una particolare attenzione a Sanità e Terzo settore. L’auspicio dunque è che le ingenti risorse che Il Piano metterà in campo e le riforme che si renderanno necessarie per la sua attuazione si possano configurare quindi come una grande opportunità per poter fare un sensibile passo in avanti anche nell’affermazione universale del diritto di accesso alle Cure Palliative garantito dalle Legge 38/2010.