Migliora la situazione delle Dat in Italia: +53% rispetto al 2022
Cresce il numero di Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) depositate in Italia. Questo il dato che emerge da un'indagine promossa dall'Associazione Luca Coscioni attraverso il suo Osservatorio Permanente DAT.
L’iniziativa, che segue ad una precedente indagine condotta nel 2022, è tuttora in corso, e mira a fornire aggiornamenti sull’applicazione della legge sul testamento biologico nel corso del 2023.
I Comuni che hanno risposto ad almeno una delle due indagini sono stati 6.097, il 77,2% del totale del Paese, con 4.533 enti che hanno fornito, come richiesto, un aggiornamento sui dati al 31 dicembre 2023.
Secondo i dati raccolti sono 230.940 le DAT depositate nei 6.096 Comuni, ovvero una DAT ogni 191 maggiorenni. A queste andrebbero aggiunte quelle dei Comuni che non hanno risposto e quelle depositate presso notai, strutture sanitarie e uffici consolari, non mappate dalla ricerca.
Nei 4.533 comuni che hanno fornito l’aggiornamento al 31 dicembre 2023 si riscontra un aumento del 52,5% delle DAT depositate rispetto all’anno precedente.Come già rilevato nel 2022, l’Abruzzo si conferma in testa alla classifica delle regioni, con 1 DAT ogni 134 maggiorenni, seguito da Marche, Piemonte, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, in cui risultano depositate 1 DAT ogni 143 abitanti maggiorenni.
Seppur con un miglioramento, permangono ancora ritardi nell’inserimento da parte dei Comuni delle DAT nella Banca dati nazionale: solo il 90,4% (88% nell’indagine precedente) delle DAT depositate nei Comuni è effettivamente entrata all’interno della Banca dati. La Banca dati nazionale, prevista dalla legge di bilancio 2018, è istituita presso il Ministero della Salute e ha la funzione di raccogliere le DAT, garantirne il tempestivo aggiornamento e assicurarne la piena accessibilità.