C'è ancora un pezzo di vita da scrivere
Quattro chiacchiere con il Consiglio Direttivo FCP: Luca Moroni

Prosegue il ciclo di interviste che ci accompagnerà nelle prossime settimane alla scoperta del Consiglio Direttivo FCP. Un approfondimento pensato per portare in luce le diverse esperienze, i diversi vissuti e sensibilità che compongono il Consiglio: uno sguardo sulla persona che vada oltre alla carica istituzionale.

Oggi parliamo con Luca Moroni, membro del Consilgio Direttivo FCP.

Luca, Quale è stato il percorso che ti ha portato ad avvicinarti alla realtà delle cure palliative?

Devo dire che l’incontro è stato piuttosto casuale, dopo l’università ho lavorato per quattro anni in una comunità di recupero per tossicodipendenti. Era la fine degli anni 90 e spesso accompagnavo i ragazzi all’ASL di Abbiategrasso per le terapie contro l’AIDS. È lì che ho conosciuto un medico coraggioso e visionario che aveva da poco avviato un Hospice per malati di AIDS. Allora in Italia c’erano solo tre Hospice, era tutto da costruire e mi sono appassionato a questa sfida.

Cosa ti dà la motivazione per restare nel mondo delle cure palliative?

Ho trovato un contesto vitale, persone motivate e soprattutto un percorso da compiere: ho avuto l’opportunità di lavorare sul campo, in un servizio tutto da inventare e contemporaneamente di partecipare, a livello nazionale e regionale, alla costruzione di modelli organizzativi e politiche attive, nuove e concrete per rispondere a specifici bisogni dei cittadini; per un laureato in scienze politiche è stata una tentazione irresistibile.

 Quale è stato l’obiettivo più difficile da raggiungere nel tuo ruolo? Quale la più grande soddisfazione?

La parte difficile è assicurare al servizio per il quale lavoro gli strumenti per offrire una assistenza di alta qualità e contestualmente la sostenibilità economica la stabilità lavorativa.
Partecipare alla costruzione di una squadra di colleghi appassionati, motivati, impegnati con i quali condividere un progetto comune. vedere operatori che trovano nell’Hospice l’occasione di una crescita umana e professionale è per me la più grande soddisfazione.

Le cure palliative sono un approccio globale alla cura di persone affette da malattie croniche inguaribili. Tra tutti gli aspetti di questo approccio, quale è il lato che ti coinvolge di più?

Il mio non à un lavoro a diretto contatto con le persone malate, ma ho l’occasione di respirare l’attenzione per la persona nella sua interezza e nel suo contesto affettivo e relazionale.

Come ti definiresti con un aggettivo? 

Leale

Come ti definirebbero, secondo te, gli altri con un aggettivo?

Mi definiscono calmo e equilibrato, ma è vero solo in parte

Completa la frase: per te FCP è...

FCP è la corda che tiene uniti gli alpinisti, dà sicurezza e la certezza che si va tutti nella stessa direzione.

Il Consiglio Direttivo FCP è composto da membri residenti in diverse parti d’Italia: come vi coordinate tra di voi e che clima si respira al suo interno?

La presidentessa è più capace di coinvolgere il gruppo di quanto lo fossi io. La provenienza regionale è anche l’occasione per prenderci un po’ in giro, ma abbiamo imparato a conoscerci e c’è grande rispetto per le differenti sensibilità.

Quest’anno cade il decennale della Legge 38: quali sono le prime 3 immagini che ti vengono in mente pensando a questa legge?

  •  IMMAGINE 1: Il Parlamento che vota all’unanimità e introduce il diritto alle cure;
  • IMMAGINE 2: Il favore della componente laica e cattolica su una legge a forte valenza etica;
  • IMMAGINE 3: Il Rapporto annuale al Parlamento che fotografa il grave ritardo e la scarsa attenzione la parte delle amministrazioni nazionali e locali

FCP è una realtà che associa ETS in tutta Italia: quale è il valore aggiunto sul il territorio?

Il Terzo Settore è il paradigma di una società basata su un’idea di cittadinanza attiva, responsabile e solidale. In una società sempre più complessa interdipendente, caratterizzata da aree di fragilità diffusa, non esistono altri modelli capaci di rispondere a bisogni nuovi e crescenti. Coordinare il Terzo Settore è una sfida quasi impossibile ma vale la pena di provarci.

Off topic: nel tempo libero, qual è l’attività a cui ti dedichi con più entusiasmo?

Curo un acquario con pesci tropicali sudamericani, mi piace l’astronomia, adoro i viaggi scomodi e avventurosi con la mia famiglia. Mi rifugio in una casetta ai piedi dei monti all’imbocco della Val D’Ossola. Portatemi a dormire per terra in un bivacco in alta montagna e avrete fatto la mia felicità.