Palliativisti nella bufera: buone prassi di cure palliative nel corso dell’epidemia di Covid.

Rete Oncologica Piemonte e Valle d'Aosta organizza qeusta tavola rotonda patrocinata da Federazione Cure Palliative.
Nella nostra cultura da molto tempo non si moriva più per malattie acute e infettive.
L’impostazione delle cure palliative consisteva nel seguire, talvolta con cure simultanee e soprattutto con cure di fine vita, persone con malattie croniche e degenerative. Invece, specialmente nelle zone più colpite, le persone sono morte di Covid-19, e sovente sono morte soffrendo, in solitudine, con dispnea, agitazione, delirio, angoscia di morte.
Il mondo delle cure palliative, dopo un comprensibile momento di spaesamento di fronte a questa ondata epidemica, ha reagito in due modi diversi:
- le istituzioni (SICP e FCP con SIAARTI) hanno scritto un Position Paper, ponendo «alcune richieste urgenti»: che fossero inseriti nei percorsi di cura dei malati affetti da CoViD-19 protocolli di cure palliative con chiare indicazioni relative all’attivazione delle Reti Regionali e Locali di Cure Palliative o dei Servizi di Cure Palliative esistenti nelle singole realtà locali. E che la figura del palliativista fosse inserita «nelle Unità di Crisi regionali e locali», per garantire cure palliative in tutti i setting ove erano assistiti i malati da coronavirus.
- alcuni palliativisti sono stati chiamati (o hanno deciso) di lavorare a fianco dei colleghi nei reparti Covid, e hanno potuto fare un’esperienza importante, che vale la pena raccontare per dare luogo a una riflessione sul ruolo delle cure palliative e aprire un nuovo scenario, che attribuisca un posto più rilevante alle cure palliative nel post pandemia.
Da entrambe questi approcci emerge quindi quanto sia importante, oggi più di ieri:
- che i cittadini conoscano in cosa è consistito l’operato dei palliativisti che hanno lavorato con malati di Covid, anche in previsione di un’eventuale ripresa dell’epidemia (controllo dei sintomi; integrazione delle cure palliative con le altre specialità e sostegno ai colleghi; comunicazione con i pazienti e con le famiglie; consulenza etica, oltre che clinica, per la valutazione della proporzionalità delle cure e dell’accesso alle cure intensive; pianificazione condivisa delle cure e consenso informato, per quanto possibile data l’emergenza e l’incertezza prognostica; sostegno al lutto per le famiglie e per gli operatori).
- che si colga questa occasione per puntualizzare valori e principi delle cure palliative, e in modo particolare alcuni dei principali obiettivi per il futuro:
- le cure palliative dovranno essere presenti in ogni contesto di cura, e per ogni patologia, dando piena attuazione alla legge 38/2010.
- occorre dunque fare formazione, in particolare in ospedale e nelle RSA.
- occorre che il riconoscimento sociale delle cure palliative passi anche per l’istituzione di cattedre universitarie e specialità in cure palliative.
Relatori:
- Simone Veronese - medico palliativista e responsabile ricerca, Fondazione Faro
- Ferdinando Garetto - medico palliativista, Humanitas – Gradenigo e Fondazione Faro
- Monica Seminara - psiconcologa e psicoterapeuta, Fondazione Faro e Humanitas – Gradenigo
- Carlo Della Pepa - Università di Torino, medico palliativista Casa Insieme, Ivrea
- Federico Capra Marzani - rianimatore e palliativista, Casale Monferrato, VITAS
- Oscar Bertetto - Direttore Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta